Periplo della Sicilia per due ragazze milanesi che, a “cavallo” del loro tandem stanno viaggiando per “vivere l’inclusione pedalando”. L’iniziativa voluta da Giusy Parisi sportiva non vedente e da Chiara Ozino pilota del tandem, che hanno intrapreso un percorso “L’Italia in tandem alla cieca” per riaffermare il diritto di essere uguali abbattendo barriere mentali ma soprattutto culturali.
A sostenere questa “impresa” l’Ircs (Centro Neurolesi Bonino Pulejo Messina) che ha sempre creduto nell’attività sportiva come elemento fondamentale di riabilitazione e ritorno alla vita normale grazie ai suoi benefici fisici, mentali e sociali.
Questo momento di sport e di socialità è stato organizzato dal Soroptimist di Messina; presenti l’assessora comunale alle politiche sociali Alessandra Calafiore, il direttore generale dell’Ircs, Maurizio Lanza insieme al direttore amministrativo Maria Felicita Crupi e al direttore scientifico Angelo Quartarone. In sala anche esponenti dell’Associazionismo e del mondo dello sport.
Il direttore generale dell’Ircs Bonino Pulejo Maurizio Lanza “nel complimentarsi con le due atlete per l’impresa sportiva e sociale che stanno portando avanti, ha ricordato l’impegno dell’Ircs nel settore dello sport grazie alla collaborazione con la federazione Paralimpica e all’associazione Mimbingamaba di Alex Zanardi”. Diverse le manifestazione organizzate dell’Ircs ha ricordato Lanza che “hanno visto protagonisti tantissimi ex pazienti del nosocomio messinese, soprattutto trapiantati”.
Il direttore Lanza, nel ringraziare i suoi collaboratori, ha comunicato che “nella tappa Taormina-Messina, ad accompagnare Giusy Parisi e Chiara Ozino, la direttrice amministrativa dell’Ircs Maria Felicita Crupi in tandem con la non vedente Antonella Rigano atleta e presidente dell’Aps Global Social Inclusive Asd”.
L’assessora Alessandra Calafiore ha voluto sottolineare come, “oltre alla prestazione sportiva, ciò che ha significato è il valore sociale dell’esperienza”. Atlete come Giusy, ha proseguito la Calafiore, “trasmettono solidarietà, empatia e uguaglianza. Il tandem dimostra che lo sport può davvero essere di tutti, se c’è la volontà di condividere”. “L’amministrazione comunale”, ha concluso l’assessora, “è sempre vicina ad iniziativa che mettano al centro dell’azione “le persone” nel pieno rispetto della loro identità e dignità”.
Il rumore delle ruote sull’asfalto, la spinta sincronizzata sui pedali, il vento che accarezza il viso. “In sella a un tandem, la vista non serve”, ha affermato Giusy Parisi, “bastano fiducia, comunicazione e spirito di squadra. In fondo, ha detto Giusy, Il tandem può essere definito come due cuori e un’unica pedalata”.
Chiara Ozino ha ricordato che “nel tandem il ciclista vedente, detto pilota, occupa il primo posto e guida il mezzo. Dietro di lui siede lo stoker, il ciclista non vedente, che contribuisce attivamente alla pedalata con uguale forza e determinazione”.
L’intesa tra le due amiche atlete è fondamentale; Chiara ha affermato che “la comunicazione deve essere costante, dai comandi più tecnici dove Giusy è maestra, alle sensazioni di fatica e di entusiasmo”.
Questa è la bellezza del tandem, uno sport che abbatte le barriere; diverse le associazioni in Italia e nel mondo offrono programmi dedicati, permettendo a persone con disabilità visiva di praticare ciclismo a livello amatoriale o agonistico.
Oltre alla prestazione, ciò che conta è il valore sociale dell’esperienza: “Il tandem è fiducia pura, ci si affida completamente all’altro, ma si condivide la stessa passione e lo stesso traguardo.”
Pedalare in tandem ha detto Antonella Rigano, “significa riconquistare spazi di libertà e indipendenza spesso negati a chi vive una disabilità visiva. È un modo per riscoprire il piacere del movimento e per sentirsi parte di una comunità sportiva aperta e solidale”.
Ogni uscita è una sfida, ma anche un momento di scoperta e di amicizia. Lo sport diventa così uno strumento di inclusione reale, capace di unire persone diverse in un obiettivo comune.
Giusy e Chiara hanno parlato della loro esperienza, “il pilota vedente guarda il paesaggio e tutto ciò che la natura offre, chi non vede, apprezza lo stesso scenario, grazie al vento in faccia, agli odori inconfondibili, ai rumori; insieme condividono le stesse emozioni quando la fatica aumenta ma anche la soddisfazione di aver affrontato e completato una salita”. Giusy Parisi ha tenuto a ricordare una sensazione unica: “la libertà”. Libertà di muoversi, di sentire il proprio corpo in azione, di superare limiti che sembravano invalicabili. La bicicletta diventa così uno strumento di emancipazione e di gioia.
